Ghostbusters: Minaccia glaciale (G. Kenan, 2024): Recensione

 



L'11 aprile è uscito in sala il nuovo Ghostbusters, con la regia di Gil Kenan, e il confermatissimo cast del precedente capitolo, Ghostbusters: legacy.
Figurano infatti gli attori giovanissimi: McKenna Grace, assoluta protagonista, Finn Wolfhard, Celeste O'Connor e la new entry Emily Alyn Lind.
Non mancano gli storici "adulti": Paul Rudd, Carrie Coon, Bill Murray, Ernie Hudson e altri.
Il lungometraggio, quinto film sugli acchiappafantasmi, è stato girato e realizzato nel corso del 2023 tra Londra e New York, è attualmente primo in classifica in Italia anche se le critiche non sono del tutto positive.
Ma parliamone

-analisi-

Un film va giudicato e valutato in base a quale sia il suo scopo.
Lo scopo di Ghostbusters è quello puramente intrattenitivo e di sicuro ci riesce e centra il suo obiettivo!
La sceneggiatura sagace, i colpi di scena e i vari livelli di età dei personaggi (oltre che varie etnie), favoriscono l'identificazione di ogni spettatore, o quasi.
Viviamo, come ho detto più volte, nell'epoca dei sequel, dei prequel, dei reboot, dei remake e dei live action, e forse il 2024 è l'anno in cui ci sarà il più alto numero di sequel nella storia del cinema.
Tutto ciò attira al cinema un pubblico di fedelissimi  non indifferenti (il quarto capitolo di Kung Fu Panda è stato il primo film uscito in Italia nel 2024 a raggiungere i 10 milioni di euro di incasso, e Dune parte 2 lo segue a pochissima distanza!).
I dati fanno pensare, così come l'incasso mondiale di Ghostbusters (che ha già superato il suo costo), il fan service funziona, le citazioni anche, e anche i personaggi storici (sebbene triti e ritriti), ciò che è certo è che il franchise stia invecchiando molto meglio di altri.
Iconica la canzone di Ray Parker, attesa fino alla fine, che si fa desiderare ma non delude mai.




Pro:

-effetti visivi-

Molto belli i fantasmi, le ricostruzioni delle storie folkloristiche sul dio-demone che minaccia New York e (ovviamente) tutto il mondo.
Bellissimo il lavoro fatto su Emily Alyn Lind, che interpreta il tormentato fantasma Melody, di lei rimane intatta la bellezza così come i lineamenti.
Efficaci gli effetti del ghiaccio, del gelo, atmosfera da disaster movie.

-largo pubblico-

Come é giusto che sia, e come dice anche sempre una delle mie critiche cinematografiche preferite, il cinema é sia arte che industria e per esistere serve una cosa fondamentale: i soldi.
Ghostbusters sta andando, e continuerà ad andare benissimo, perché offre molti spunti, realistici o meno.
Non manca una rappresentazione multiculturale, che offre alcuni dei personaggi più interessanti, così come non mancano i vari stadi di vita.
Abbiamo l'adolescente che vuole affermarsi, il neo-adulto che vuole indipendenza, i genitori, che affrontano sfide lavorativi e familiari.
Non mancano inoltre i personaggi ancora più adulti, che vengono consultati per esperienza e saggezza.
In un interessante cammino e dilemma tra morte e vita e ciò che c'è dopo.
Ghostbusters parla a tutti, scorre, é godibile, non sorprende ma al tempo stesso non annoia mai.

-musica-

La canzone Ghostbusters, come già detto nell'analisi, é leggendaria e corona l'intero lungometraggio alla fine, forse era l'elemento più atteso di tutti. Il resto della colonna sonora, curata da Dario Marianelli, é fiabesca e perfettamente calzante.
Marianelli ha lavorato ad Espiazione, Pinocchio di Garrone e Il pescatore di sogni, per dirne alcuni.


Contro:
 
-necessario o no?-

Non so se rischio di ripetermi, ma abbiamo visto che con molti franchise il continuo riproporre cose che hanno funzionato in passato risulta fallimentare.
Basti pensare a Indiana Jones, l'ultimo capitolo non é praticamente piaciuto a nessuno, e invece che dare un valore aggiunto a qualcosa di molto noto, lo ha probabilmente rovinato.
Spero non diventi il destino anche di Ghostbusters.
Servono idee nuove, servono al cinema e servono alle persone.


Voto: 7

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