The Holdovers, Lezioni di vita (A. Payne, 2023): Recensione

 




Dal 18 gennaio è in sala il nuovo lavoro di Alexander Payne, regista premio oscar che ha diretto dei gioiellini come Nebraska e Paradiso amaro, The Holdovers, girato in Massachusetts all'inizio del 2022, sta facendo collezione di premi e nomination in particolare per il cast, brillante, strepitoso, ed è in odore di varie candidature agli Academy, dove potrebbe figurare nelle categorie più ambite.

Sia il protagonista assoluto, Paul Giamatti, che la non protagonista Da'Vine Joy Randolph, hanno portato a casa il Golden globe lo scorso 7 gennaio.



In Italia il film è terzo al box office e sta piacendo, superando già il mezzo milione di incasso, che è un traguardo ragguardevole per un prodotto destinato ad un pubblico di nicchia.

ma parliamone.

-analisi-

In un inverno che ha come lontano sfondo la guerra del Vietnam ... tre vite si incontrano: quella del confuso e iroso alunno 17enne Angus, quella del professore di storia solitario Paul e quella della responsabile della mensa Mary.

Il Natale del 1970 è alle porte, e la festa che solitamente favorisce l'aggregazione in famiglia e il ritrovo degli affetti, sembra essere il momento più triste dell'anno, ognuno è solo, per scelta sua o per scelta altrui.

Ci troviamo in collegio prestigioso e il docente Paul Hunham è stato "punito" per aver bocciato il figlio di un politico e deve fare da baby sitter durante la vacanze natalizie ai ragazzi che per un motivo o per un altro non sono stati portati via dalle loro famiglie come si converrebbe. Ben presto i due: alunno e studente, si trovano soli, percorrendo una storia di formazione a più livelli.

Angus è un privilegiato, ma cos'è il privilegio? Il privilegio assoluto è che non andrà mai in Vietnam, lui andrà al college, nonostante la sua media traballante, nonostante il comportamento scorretto, mentre il figlio afroamericano di Mary, che ha studiato nello stesso collegio, non ha potuto pagarsi l'università ed è morto da soldato in Vietnam.

Classismo, ingiustizia e insoddisfazione, descrivono il giovane studente, che del suo privilegio non se ne fa nulla ed è, e rimane, un adolescente dalla famiglia disfunzionale che ha deciso di "liberarsi di lui" per le feste, i soldi non fanno la felicità, neanche quando gliene arriva una busta piena.

Paul Hunham è un professore odiato, è strabico, puzza, è severo e mette voti bassi a tutti, ma nella sua autoesclusione dalla società, riesce a mettersi in discussione e crescere, a modo suo.

Mary, che affronta il lutto con dignità, è sola al mondo, perché vuole esserlo, elabora il suo lutto alternando momenti di coraggio a cadute di umore e di stile, ritrovando solo nella vita che nasce la forza di fare un passo avanti.

The Holdovers racconta tre storie di sgangherati, e lo fa con la spensieratezza delle canzoni natalizie, che fanno da sottofondo continuo, stridendo con l'umore dei personaggi, ci parla di crescita e sfida.

Pro:



-sceneggiatura -

Ben scritto da David Hemingson, qui alla sua prima sceneggiatura cinematografica, il film riesce a strappare vari sorrisi, con un umorismo tagliente e ben calibrato, il film non è mai melenso e non vuole strappare lacrime o sorrisi facili, intrattiene, diverte e commuove, in un perfetto equilibrio.
Temi ardui come la guerra, il lutto e il razzismo sono appena accennati e trattati con una delicatezza tutta nuova.

-il cast-

Paul Giamatti è qui ad un punto interpretativo molto alto, quasi irriconoscibile, chiuso come in un bozzolo, riesce a conferire al suo personaggio una grande dignità, è sia goffo che saggio, sia colto che sprovveduto, sia buono che severo. Il personaggio, che non so se sia un caso, si chiama proprio come lui, ed incarna un'improbabile figura paterna che diventerà indimenticabile.
Da'Vine Joy Randolph è forte e drammatica, in un'interpretazione misurata ed efficace.
Dominic Sessa, il giovane Angus, ha il volto che sembra scavato dalle lacrime ed è alla sua prima interpretazione, secondo me è davvero promettente.


-trucco e parrucco e costumi-

Il lavoro svolto su Giamatti è impressionante ed accurato è un po' un moderno Quasimodo in un mondo in cui tutti hanno successo e sono più potenti di lui e contano più di lui.
Da notare è anche l'attenzione ai costumi, in un'atmosfera che strizza l'occhio a film molto amati e che parlano in modi differenti del mondo scolastico, come Will Hunting e L'attimo fuggente, in uno stile che sembra quasi inglese, europeo, che appare polveroso e legato all'etichetta.
Ottima ambientazione e ottima atmosfera.



Contro:



-regia-

Il film si regge su sceneggiatura e talento del cast, la regia non riveste una componente troppo evidente o particolare, scegliendo un taglio piuttosto classico, così come per il montaggio, fa ciò che serve ma non risulta essere memorabile o ricca di guizzi.

-critiche-

Ho letto in giro che questo film è stato criticato per essere uscito dopo Natale, anche se parla del Natale. Ma forse non è chiaro che The Holdovers non parla del Natale, ma lo usa per parlare di famiglia.
Negli USA è stato anche, perfino, pubblicizzato come un film natalizio, ma tutto ciò non ha senso.

Voto: 8


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